L’attrice britannica Beryl Reid – nota per il suo amore verso i gatti – era solita affermare che “non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi alla sua vita, il che è senz’altro un privilegio“.
Nulla di più vero, ci verrebbe da aggiungere. Ma cosa fare quando questo privilegio è accompagnato da occhi che lacrimano, starnuti e altri sintomi non proprio piacevoli? Lo scopriamo insieme nel corso di questo articolo.
L’importanza dei test per le allergie
La scelta di prendere un gatto in casa non dev’essere frutto di un impulso avventato ma il risultato di una decisione ponderata. Può capitare che i genitori regalino un gatto al proprio figlio, scoprendo poi che questo – o un altro membro della famiglia – soffre di un’allergia al piccolo amico.
A tal proposito, occorre sfatare un mito, visto che la maggior parte delle persone crede si possa essere allergici “al pelo del gatto“. In realtà, la causa delle reazioni allergiche è la proteina Fel d 1, presente nella saliva e nelle urine del gatto. In seguito alle operazioni di pulizia meccanica svolte dall’animale, la proteina passa anche sulla pelliccia.
Le manifestazioni delle risposte immunitarie di chi soffre di allergia ai gatti possono essere di diverso tipo e andare da una banale irritazione a ben più gravi crisi respiratorie.
Nella maggior parte dei casi, va a finire che si affida il gatto a un altro individuo o lo si riporta in un gattile. Quindi, prima di lanciarsi in operazioni avventate, effettuate sempre i test volti a individuare possibili allergie.
Tuttavia, è anche possibile sviluppare, nel tempo, delle reazioni allergiche al gatto. Cosa fare in questi casi?
Le buone regole per contrastare l’allergia al gatto
1. Riduci i tessuti di arredamento
Chi soffre di allergie dovrebbe limitare la presenza, in casa, di tutti quei tessuti in grado di trattenere materiale biologico proveniente dal felino.
La proteina, infatti, è in grado di legarsi alle particelle di polvere sospesa nell’aria e rimanere per mesi all’interno di un ambiente.
2. L’importanza dei filtri HEPA
Ricollegandoci al punto precedente, le pulizie quotidiane sono indispensabili per rimuovere i peli dall’ambiente i peli. In questo caso, gli aspirapolveri sono senz’altro un alleato prezioso. Ma, normalmente, questo elettrodomestico, da sè, non basta.
Per rimuovere dall’aria i residui della proteina Fel d 1, occorre avvalersi di un aspirapolvere dotato di filtro HEPA o montarne uno su quello che già si possiede vista la sua capacità di trattenere allergeni.
3. Stabilisci le zone off-limits
Chi soffre di allergia alla proteina incriminata dovrebbe stabilire alcune aree che siano off-limits per i gatti.
Tra queste, rientra sicuramente la camera da letto che è il luogo in cui avviene il maggior interscambio tra elementi allergizzanti e individuo allergico.
4. Cura del gatto
Generalmente, chi soffre di allergia alla proteina felina, è portato ad adottare quegli atteggiamenti che limitano i sintomi agendo su se stesso. In realtà, sarebbe buona pratica dedicarsi anche alla cura del gatto.
Ad esempio, somministrare del cibo di buona qualità al nostro amico peloso aiuta a rendere la cute e il pelo più sani e più forti, riducendo il rischio di caduta o di scagliatura.
Altro elemento da non sottovalutare è la toelettatura. Spazzolare il pelo del gatto, anche per pochi minuti al giorno e muniti di una mascherina, aiuterà a eliminare più velocemente il sottopelo della pelliccia, più incline alla caduta.
5. Antistaminici o rimedi omeopatici?
Non esiste un rimedio scientificamente testato che sia in grado di far passare l’allergia “al pelo” del gatto. Esistono dei vaccini ma, prima di poterli assumere, è necessario il consulto medico. Si può ricorrere agli antistaminici, i cui effetti collaterali (nausea, senso di confusione, cambiamenti d’umore etc.), rendono questo metodo soltanto un sistema temporaneo.
Una soluzione inaspettata, invece, giunge dall’omeopatia. Pare, infatti, che assumere integratori alimentari a base di estratto di pelo di gatto, coadiuvati da altri sussidi omeopatici, riesca a far sparire completamente i sintomi delle allergie, rendendo libera e del tutto normale la convivenza con il proprio micio.
6. Il gatto ipoallergenico
Se proprio non si vuole rinunciare a un gatto, allora esiste una razza “ipoallergenica”. Si tratta del gatto siberiano, che produce una minore quantità di Fel d 1.
Tra i gatti siberiani, gli esponenti del sesso femminile e i maschi castrati producono una ridottissima quantità di questa proteina.